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Negli ultimi decenni del II secolo d.C., l'età di massimo sviluppo dell'Impero Romano, la popolazione europea aveva superato i 35 milioni di persone (per 4/5 concentrati nelle regioni direttamente inserite nell'impero). Tra il III e il VII secolo, invasioni, mutamenti climatici, epidemie e disordini politici e sociali avevano partecipato a dimezzare il numero degli abitanti europei. Nel IX-X secolo, una nuova fase di invasioni aveva interrotto la ripresa dell'età carolingia (intorno al 950-1000 la popolazione doveva aver raggiunto la quota di 35 milioni), ma dopo il Mille, l'Europa fu coinvolta da una straordinaria crescita demografica, che agli inizi del Trecento portò la popolazione a superare gli 80 milioni di abitanti, un livello mai raggiunto prima di allora; in alcuni paesi, come in Francia e in Germania, gli abitanti triplicarono, e in Inghilterra quadruplicarono.

Due furono le cause maggiori della crescita demografica: l'estensione degli spazi coltivati e la maggiore produttiva dell'agricoltura. Per aumentare la produzione agricola in proporzione all'aumento della popolazione, le terre già coltivate non bastavano: era necessario coltivare nuovi territori. Fino all'XI secolo il paesaggio europeo era caratterizzato dalla presenza di boschi, paludi, pascoli naturali, interrotti a tratti da terre coltivate: il sistema produttivo si basava sull'uso delle terre comuni, pascoli e boschi, più che sull'agricoltura. Nei secoli XI-XII si avviò una grandiosa opera di dissodamento che trasformò il paesaggio europeo. Si arginarono fiumi, si bonificarono paludi, si aprirono nuovi canali, si diboscarono vaste zone. In Olanda si creò un sistema di dighe e di pompe idrovore, che permise di strappare al mare grandi appezzamenti di terreno. I dissodamenti erano spesso organizzati dai feudatari o dai monasteri. Gli abitanti dei nuovi villaggi fondate in zone incolte e da bonificare avevano delle agevolazioni: erano liberi da corvées e anche i tributi che dovevano versare erano più modesti rispetto ai vecchi feudi.

La crescita demografica fece accrescere la richiesta di generi alimentari e stimolò le evoluzioni in agricoltura. Nell'alto Medioevo si aggiogavano i cavalli e i buoi con le cinghie di cuoio, che però strozzavano l'animale e gli impedivano di sviluppare tutta la sua potenza perché lo soffocavano; inoltre venne introdotta la ferratura degli zoccoli, che impediva il consumo rapido dello zoccolo del cavallo. A queste innovazioni si aggiunse l'uso dell'aratro a ruote (si diffuse verso il X secolo specialmente in Europa settentrionale); era più robusto, perché di ferro, era trainato spesso da animali e costituito da un ceppo di legno pesante e di rilevanti dimensioni su cui erano fissati tre apparati metallici: un coltro che spaccava la superficie del suolo; un vomere che penetrava in profondità e un versoio che rivoltava la zolla; la terza innovazione era la rotazione triennale, che consentiva di mettere a coltivazione 2/3 del terreno, rispetto alla metà della rotazione biennale; la prima parte veniva seminata in autunno con segale o frumento, la seconda in primavera con avena e orzo, mentre la terza era lasciata a maggese; essa inoltre consentiva una minore usura del terreno, dando a ogni campo quasi due anni di riposo ogni tre, invece di uno ogni due come nel sistema biennale. L'ultima innovazione fu il mulino ad acqua e a vento, che costituiva una enorme fonte di energia rispetto al mondo antico (+2042% di aumento della produttività).

L'aumento della produzione agricola favorì la ripresa di tutte le attività economiche; il nuovo sistema agrario produceva più di quanto fosse necessario per il mantenimento dei contadini, del signore e della corte; così una parte dei prodotti poteva essere venduta; con il ricavo si acquistavano i prodotti dell'artigianato. Crollava il vecchio sistema economico curtense, e ne nasceva uno nuovo in cui il commercio assumeva maggiore importanza; gli scambi commerciali non erano solo quelli dei prodotti agricoli e del piccolo artigianato che si svolgevano tra città e campagna, ma anche quelli dei prodotti più costosi su lunghissime distanze che richiedevano rilevanti capacità organizzative.